Con alimentazione “vegetariana”, si intendono, in ambito scientifico, tutte le varianti, dalla latto-ovo-vegetariana alla vegana (100% vegetale), anche se invece nel linguaggio comune si utilizza il termine “vegetariana” per intendere la latto-ovo-vegetariana.
Cosa significa “vegetariano”
Iniziamo con la definizione della parola “vegetariano” che, come già spiegato, nella letteratura scientifica viene utilizzata per indicare tutte le varianti dell’alimentazione a base vegetale: latto-ovo-vegetariana, latto-vegetariana (o ovo-vegetariana), vegana (100% vegetale).
Latto-ovo-vegetarismo (LOV): composizione della dieta
Una dieta LOV ben pianificata si basa principalmente su alimenti di origine vegetale, consumati in modo variato e meglio se in forma integrale o semintegrale: cereali, legumi, verdura, frutta, frutta secca e semi oleaginosi, alghe.
Chi sceglie questa variante consuma anche cibi animali indiretti, cioè latte e suoi derivati, uova e loro derivati, mentre sono esclusi tutti i tipi di carne animale e derivati (mammiferi, uccelli, pesci, molluschi e crostacei).
Aspetti salutistici
L’esclusione di cibi a base di carne dalla dieta favorisce un maggior consumo di cibi vegetali che apportano nutrienti protettivi, e permette di evitare gli effetti dannosi sull’organismo di alcuni nutrienti contenuti negli alimenti animali (grassi saturi, colesterolo, proteine animali e ferro eme, nonché tossici ambientali), che rappresentano fattori di rischio delle principali malattie croniche (malattie cardiovascolari, ipertensione, obesità, diabete, alcuni tipi di tumore, etc).
Per lo stesso motivo andrebbero eliminati anche gli alimenti di origine animale indiretta (latticini e uova), in quanto causano gli stessi danni.
Scegliendo di consumarli, vanno consumati in quantità molto limitata, anche perché l’assunzione di cibi animali ricchi di calcio (latte e derivati) può compromettere lo stato del ferro.
Latto-vegetarismo (LV): composizione della dieta
Una dieta LV ben pianificata si basa principalmente su alimenti di origine vegetale, consumati in modo variato e meglio se in forma integrale o semintegrale: cereali, legumi, verdura, frutta, frutta secca e semi oleaginosi, alghe. Chi sceglie questa variante consuma anche latticini, mentre sono esclusi tutti i tipi di carne animale e derivati (mammiferi, uccelli, pesci, molluschi e crostacei).
Aspetti salutistici
Come per la dieta LOV, l’esclusione di cibi a base di carne dalla dieta favorisce un maggior consumo di cibi vegetali che apportano nutrienti protettivi, e permette di evitare gli effetti dannosi sull’organismo di alcuni nutrienti contenuti negli alimenti animali (grassi saturi, colesterolo, proteine animali, ferro eme, nonché tossici ambientali), che rappresentano fattori di rischio delle principali malattie croniche (malattie cardiovascolari, ipertensione, obesità, diabete, alcuni tipi di tumore, etc).
L’eliminazione di uova e loro derivati contribuisce a ridurre ulteriormente, rispetto alla dieta LOV, l’assunzione di grassi di origine animale, soprattutto colesterolo.
Per lo stesso motivo andrebbero eliminati anche i latticini, in quanto causano gli stessi danni.
Se li si consuma, vanno consumati in quantità molto limitata, anche perché l’assunzione di cibi animali ricchi di calcio (latte e derivati) può compromettere lo stato del ferro.
Veganismo: composizione della dieta
Una dieta VEGAN o 100% vegetale si basa esclusivamente su alimenti di origine vegetale, che vanno consumati in modo variato e meglio se in forma integrale o semintegrale: cereali, legumi, verdura, frutta, frutta secca e semi oleaginosi, alghe.
Sono esclusi tutti i cibi di origine animale e loro derivati (tutte le carni, pesce incluso, latte e derivati, uova, miele).
Aspetti salutistici
L’esclusione di tutti i tipi di alimenti di origine animale e l’esclusivo consumo di cibi vegetali con caratteristiche protettive riduce il rischio di sviluppare tutte le patologie correlate all’eccesso di cibi animali e alla carenza di cibi vegetali (malattie cardiovascolari, ipertensione, obesità, diabete, alcuni tipi di tumore, etc) e riduce anche il rischio di sviluppare carenza di ferro.
fonte: SSNV
Generalmente le persone che si astengono da carne e pesce per ragioni etiche, lo fanno nella generosa convinzione di danneggiare parzialmente se stesse, salvando le vite di molti animali. Tutto al contrario, è ormai ampiamente dimostrato come di per sé le diete vegetariane siano molto più salutari rispetto a quella onnivora: è sufficiente assicurarsi, come sempre del resto, di non mangiare ogni giorno le stesse cose. Dati alla mano, i vegetariani risultano meno cagionevoli e più longevi degli onnivori, invecchiano meglio e in virtù del loro stile di vita sono decisamente meno soggetti a tutta quella vasta gamma di patologie, così diffuse nei paesi che seguono un’alimentazione di stampo occidentale ma praticamente sconosciute in quelli più poveri. Cancro, diabete mellito, osteoporosi, arteriosclerosi, ictus, allergie, obesità, cecità, calcoli renali, Alzheimer e demenza senile: il vegetarismo può aiutare a prevenire e talvolta persino a far regredire queste malattie. La quantità di studi che lo provano è sterminata e la loro serietà indubitabile.
La ricerca epidemiologica più importante che sia stata condotta in tema di salute e nutrizione è quella del Dottor Colin Campbell, professore emerito alla Cornell University e autore del bestseller “The China Study”, famoso in tutto il mondo per i risultati eclatanti che ha portato. Il Dottor Campbell, per origini famigliari allevatore di bestiame e inizialmente allineato con i suoi colleghi nel denigrare e sconsigliare una dieta a base vegetale, ha portato avanti una ricerca durata ben ventisette anni sul rapporto che intercorre tra la nostra salute e quello che mangiamo. Campbell ha dimostrato con evidenza schiacciante come i cibi di origine animale non contengano nulla che non si trovi già in quelli vegetali, con la differenza che i primi provocano una moltitudine di malattie innecessarie.
Abbinata ad un minimo di esercizio fisico, una dieta vegetariana consente di ottenere uno stato di salute ottimale. Tolti i prodotti di origine animale, rimangono a disposizione gli ingredienti ideali per preparare tante ricette prelibate, semplici e soprattutto molto sane. Cereali, frutta e verdura sono una miniera di carboidrati, vitamine, proteine e sali minerali. Gli organi ufficiali della American Dietetic Association e i Dietitians of Canada sono concordi nel riconoscere appropriate a tutti gli stadi del ciclo vitale le diete vegetariane.
Molte volte, per ignoranza o malafede, si dice che la funzione degli animali sia quella di filtrare le piante di cui si nutrono ripulendole da tutti i pesticidi e le sostanze chimiche con cui vengono trattate dai coltivatori. A ben vedere, con questo sistema gli animali diventano veri e propri ricettacoli in cui si concentrano gli elementi tossici presenti nel suolo, nell’atmosfera e nell’acqua inquinate. Alla fine le loro carni risultano assai più nocive per noi di quanto non lo sarebbero state le piante con cui sono stati alimentati in partenza. Non parliamo poi degli antibiotici e degli ormoni che vengono regolarmente somministrati in gran quantità agli animali da allevamento, per evitare che si ammalino e deperiscano: sono tutte sostanze chimiche che finiscono per via diretta nell’organismo di chi andrà poi ad ingerire i corpi di quegli animali. Solo le condizioni in cui sono allevati animali come polli, mucche e maiali dovrebbero dissuaderci dal nutrircene. Sono loro le vere cause dei frequenti casi di contaminazione uomo animale manifestatisi negli ultimi anni: si pensi alla mucca pazza, all’aviaria o all’influenza suina.
Anche i pesci vengono ormai per il 50% da allevamenti artificiali, dove soffrono degli stessi problemi degli animali di terra. Quelli pescati ancora liberi assorbono nel loro corpo tutte le sostanze tossiche che inquinano i nostri mari (ad esempio la diossina), rendendo il pesce un alimento tutto tranne che salutare.
Solitamente ci si trova ad argomentare davanti ad un pubblico incredulo come sia possibile vivere in salute senza mangiare animali. Sarebbe opportuno, a vantaggio di tutti, ribaltare questo paradigma infelice e cominciare a chiedersi in che modo è possibile stare bene senza essere vegetariani.
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